Genovese di nascita, 1 ottobre 1788, viste le modeste origini familiari,
fu costretto a intraprendere studi autodidattici prima di poter accedere
all'apprendistato della Scuola dei Pittori di Scena del Teatro di Sant'Agostino.
Ampliò successivamente il campo dei propri studi alla decorazione e all'ornato
grazie alle opere dei milanesi Albertolli e Moglia.
Se Genova non seppe fornire adeguate fonti di ispirazione nel campo
teatrale, nell'architettura, le figure di Tagliafichi e Barabino rappresentarono
certamente adeguati riferimenti per Canzio.
In giovanissima età, a soli diciassette anni, ricevette prestigiosi
incarichi decorativi relativi a opere di Tagliafichi e Barabino, in vista della
visita di Napoleone.
Nel 1827 fu nominato Professore di ornato, architettura e intaglio
presso l'Accademia Ligustica di Belle Arti. Un anno dopo fu chiamato a
ricoprire l'incarico di Direttore dell'allestimento scenico del teatro Carlo Felice.
È importante sottolineare che Canzio, per quanto definito
comunemente architetto, dai compiti della professione in realtà differì molto in
merito ai lavori da lui svolti. Forse proprio nella Villa Durazzo Pallavicini,
Canzio affrontò per la prima volta problematiche architettoniche strutturali. La
struttura e la costruzione, non sembravano infatti il suo vero campo
d'applicazione, Canzio affrontava invece l'architettura dal punto di vista
dell'immagine e dell'apparire. Per l'architetto, la progettazione era rivolta alla
trasformazione dello spazio esistente modificandone la percezione attraverso
arredi, stoffe, pannelli e strutture interne ed esterne.
A Canzio si possono attribuire i seguenti interventi: Villa Groppallo allo
Zerbino, Loggia dei Mercanti a Banchi, Palazzo De Ferrari Galliera, Palazzo
Rosso, Palazzo Reale e il Monumento a Cristoforo Colombo[1] in Piazza
Acquverde.
[1] -
Parte delle sculture che compongono il monumento sono opera di Cevasco autore di alcuni interventi in Villa Durazzo Pallavicini.