La descrizione del parco, degli edifici e delle strutture è basata sul percorso e sulla visione originale alla quale si affianca la moderna interpretazione.
Il viale d'ingresso, chiuso al libero accesso mediante una cancellata, ha
origine all'incrocio tra Via Pallavicini e Viale Ignazio Pallavicini sua naturale
prosecuzione sino al lungomare. Il cancello in ferro trova sostegno in due
piccoli edifici di servizio collocati ai lati dello stesso.
Il lungo viale rettilineo, circa 400 m, con dolce pendenza sale verso la
collina scavalcando la linea ferroviaria. Il tragitto originariamente ornato ai
fianchi con file di elci e siepi di rose risulta oggi decorato con più semplici
alberelli di basso fusto.
Lungo il lato sinistro del viale sono rintracciabili gli accessi a due
palazzine, oggi condomini, probabilmente in origine edifici di servizio o
residenziali per il personale addetto al mantenimento del complesso.
In cima al tratto rettilineo, in prossimità di un accesso secondario su
Via Beato Martino da Pegli, il viale curva verso destra lungo il perimetro di un
grazioso giardino. Il piccolo spazio verde diviso in aiuole con fontana e
mascherone posto a decorazione della fonte, ospita i primi esemplari di piante
rare.
Una volta percorso il tratto finale del viale, il visitatore accede al
piazzale antistante il palazzo. Dallo spiazzo, ornato con ghiaia bicolore, è
possibile accedere al palazzo, al parco e all'Orto Botanico Clelia Durazzo.
Se oggi il palazzo ospita il Museo Archeologico Ligure, originariamente
oltre ad essere una residenza gentilizia, costituiva l'ingresso al parco. Il
visitatore veniva accompagnato al piano superiore attraverso due rampe di
scale marmoree sino ad un'ampia terrazza sovrastante l'ala di levante del
palazzo. La felice esposizione del luogo permetteva di ammirare il panorama
in direzione del mare, degli orti e della splendida Villa Lomellini Rostan oggi
mutilata del parco.
A nord della terrazza, pavimentata con piastrelle bianche e nere,
l'accesso al parco risultava limitato da un cancello sorretto da due pilastri
marmorei sormontati da due molossi, anch'essi in marmo.
L'attuale accesso[1] al parco risulta invece percorrere mediante scalette,
camminamenti a sbalzo e breve sentiero, il perimetro esterno dell'edificio sino
a ricongiungersi con il percorso originale alle spalle del cancello.
L'attuale soluzione fu individuata per risolvere il problema dei troppi
visitatori che attraversavano il palazzo anche se abitato.
[1] -
Sebbene l’attuale ingresso al percorso teatrale del parco sia necessario per distinguerlo dall’accesso al Museo Archeologico Ligure, ciò lo pone in posizione defilata e marginale rispetto al Palazzo e all’Orto Botanico sminuendone l’importanza.